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B U S S O L E N G O tra
EDICOLE e PESCHI, AFFRESCHI e ULIVI,
TABERNACOLI e VIGNETI
I C A P I T E L L I
PREMESSA
Quando decisi d'imbarcarmi in questa impresa (suggeritami dalle tante passeggiate effettuate nel territorio di Bussolengo), ero convinto di dover lavorare su un progetto inedito ovvero pensavo di aver trovato l'esclusiva su un qualcosa che contribuiva a dare forza e carattere alla Storia di Bussolengo.
Una convinzione subito smentita fin dai primi approcci con il progetto stesso: man mano che raccoglievo materiale utile alla bisogna, sempre più montava in me la consapevolezza di trovarmi su un terreno inflazionato.
Il calendario del 2004 edito dall'AVIS locale: un'opera in cui la dottoressa Anna Maria Racasi, cara amica oggi non più con noi, pubblica accanto ad ogni mese foto di capitelli (tratte dall'Archivio Storico del Comune) accompagnandoli con una descrizione storica.
La raccolta di giornali “Bussolengo prima pagina” pubblicata dal Centro Culturale Mons Bacilieri: tra questi, uno effettua un approfondimento sui capitelli sparsi sul nostro territorio e ne avvalora il lato storico inventariandoli, mappandoli.
Altri lavori inerenti mi vengono da “Bussolengo immagini di storia” volume edito dal Comune di Bussolengo – Archivio Storico -; da foto e da archivi privati.
Scopro che anche Angelo Bacilieri, prete amatissimo dai bussolenghesi, ne parla nel suo “Bussolengo, Appunti monografici”.
L'impulso mi dice di lasciar perdere: a chi può mai interessare una “minestra riscaldata”? Chiudo quanto raccolto in uno scatolone, torno alle mie passeggiate.
Guardo la gente che pratica lo sport “del camminare” specialmente nei fini settimana, rifletto e ci ripenso: la ragione di essere del mio progetto è nel trekking ed è proprio in questo tipo di attività popolare che il mio lavoro deve trovare il suo giusto spazio.
Mi impegno nel recupero di sentieri un tempo attraversati da viandanti che con il loro spostarsi da un luogo all'altro contribuirono a “segnare” percorsi “verdi” e, considerati gli interessanti risultati ottenuti, decido di proporli quali “itinerari dello svago o, se si preferisce, della salute”.
Itinerari aperti a pedoni e/o a ciclisti in quanto sono percorsi serpeggianti in un contesto paesaggistico idoneo a far conoscere a fondo e senza troppo sforzo, un altro aspetto inedito di ecosistemi paesaggistici.
Passeggiate/biciclettate che uniscono presente-passato in un ripercorrere di attività rurali, industriali ed agricole del territorio offrendo una varietà di scoperte, ma anche implicando qualcosa di fisico. Un muoversi da dedicare alla scoperta romantica di storie tramandate a noi attraverso capitelli, nicchie, tabernacoli ed affreschi che racchiudono tanti segreti nei bellissimi luoghi che dalle colline moreniche scendono fino all'Adige.
La via verde dell'imponente Forte di Pastrengo che immerge nella faccia rurale del territorio; la strada della Centrale (Enel) che fa correre il pensiero a lontane attività, come quella della filanda, affondanti il loro essere, la loro linfa nei morari (gelsi); le vie dei principali canali che intricano l'animo con quel loro intersecarsi e a quell'unirsi tra loro grazie agli innumerevoli e caratteristici ponticelli.
Un territorio dai tanti percorsi, un territorio veramente degno di essere scoperto per gli angoli naturali e per tutti quei resti antichi che raccontano una Storia, scritta, ma mai approfondita, intensamente vissuta dai nostri predecessori.
La premessa in verità vuol essere un invito a prendere coscienza di tali realtà, è una preghiera a lasciare in garage l'auto, è uno sprone ad indossare scarpe morbide, a controllare le nostre biciclette e... via!
Viviamo una contrada (la nostra) che merita di essere goduta passo dopo passo, in silenzio, accompagnati soltanto dal rumore del nostro camminare o dal leggero stridore del tubolare.
Viviamo una contrada (la nostra) che merita di essere goduta passo dopo passo, in silenzio, accompagnati soltanto dal rumore del nostro camminare o dal leggero stridore del tubolare.
Aurelio
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