Luigi Zocca Pasquale, il Prete da Sprea, nasce a Bussolengo il 25 marzo 1877 da Santo fu Santo e da Checchini Celeste Luigia.
Entrò in seminario quando era vescovo di Verona mons. Bartolomeo Bacilieri. Divenuto sacerdote, esercitò il suo ministero prima a Pazzon di Caprino, poi a Ferrara di monte Baldo. E proprio alle pendici del monte Baldo, detto Hortus Europae per le numerose e rare specie vegetali di cui è ricco, un giorno incontrò un esperto fitoterapeuta piemontese in vacanza, iniziando con lui un lungo cammino da appassionato cultore della botanica.
Durante la Grande Guerra fu cappellano militare presso gli ospedali da campo di Bassano del Grappa, di Marostica e di San Massimo a Verona. In questo frangente, oltre alle anime curò le ferite dei soldati con pozioni vegetali ottenendo risultati più che soddisfacenti e cominciando a farsi conoscere dai più bisognosi.
Dopo la guerra, soggiornò brevemente a Cogollo di Tregnago, dove il parroco era pervaso della sua stessa passione. Nel Natale del 1918 venne trasferito a Sprea, piccolo paese dell'alta VaI d'Illasi sui monti Lessini. E nella canonica del piccolo paese entrò, si dice, con sottobraccio un manuale erboristico francese ricevuto dal suo amico sacerdote di Tregnago!
Si fece subito ben volere dalla popolazione in particolar modo dai più poveri e bisognosi. Molto era il tempo che dedicava loro, ma molto era anche quello che dedicava alla sua passione; raccoglieva piante ovunque, le faceva essiccare, estraeva succhi dalle radici e ordinava con cura fiori, foglie e scorze.
A poco a poco la sua abilità e i suoi modi umili e cordiali si guadagnarono il rispetto e l'ammirazione dei parrocchiani, ma non solo; da tutta la Lessinia molta gente a piedi, in calesse, in bicicletta o a dorso di mulo incominciò a percorrere le strade che portavano a Sprea per incontrare il prete che guariva con le erbe.
Don Luigi certamente non era un medico e in realtà non tutte le sue cure erano efficaci, ma egli operava in un mondo di poveri dove le uniche medicine a disposizione erano gli elementari prodotti della natura e della vita contadina dalla crusca alla polenta, dal latte al burro, dal miele alla cenere ...
Nel tempo la fama di esperto erborista si sparse a tal punto da superare i confini della Lessinia. Perfino Mafalda di Savoia, la figlia del Re Vittorio Emanuele III, fu paziente del Prete da Sprea!
Ebbe molti buoni rapporti con altri fitoterapeuti, anche stranieri, inviando, per corrispondenza, i suoi consigli. Insegnò erboristeria a discepoli e parrocchiani, svelando loro i segreti delle erbe per vivere meglio.
Rimase a Sprea per 33 anni fino a quando ottenne di potersi ritirarsi in città, in una semplice abitazione di via San Felice Extra. Il 28 novembre 1954, per i postumi di una banale caduta in chiesa, morì assistito premurosamente dall'affezionata nipote Ada.