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PREMESSA. (GIV)
I PINALI sono una delle famiglie più antiche di Bussolengo. Il primo documento ritrovato che nomina la famiglia è una pergamena dell'Archivio Comunale di Bussolengo datata 23feb1423; in essa si cita Franceschinum quondam ser Bertolamei de Tognalibus de Guxolengo che viene nominato Procuratore del Comune per una vertenza col Vescovo di Verona (da Le Antiche Pergamene dell'Archivio Storico - dal 1350 al 1597 del prof. Bonizzato pag. 24).
"de Tognalibus" a dirci che il cognome a quel tempo era Tegnali(come numerosi testamenti del tempo ci dicono) e solo nei secoli successivi si è trasformato in PINALI (a questo proposito si veda questa sezione).
Sicuramente molti rami famigliari sono stati, fin da quei tempi, centrali nella vita del paese, come ci dicono varie pergamene del comune, dell'Archivio di Stato e le rilevazioni fatte nell'Archivio Parrocchiale.
Come in tutte le famiglie numerose, nel corso dei secoli tanti sono i mestieri fatti dai vari rappresentanti; nei documenti si ritrovano falegnami, fruttajoli, carrettieri, artigiani, commercianti, marsari, villici, prestinai (fornai, panettieri), possidenti.
Ma è nella prima metà del 1900, che un ramo della famiglia diventa molto importante per la vita economica di Bussolengo, con la sua impresa produttrice di sapone.
Per giustificare il termine importante basti pensare ai tanti posti di lavoro offerti: dai centocinquanta in tempi normali ad oltre cinquecento in certi periodi, numeri che rapportati agli abitanti del tempo (5444 presenti al censimento del 31dic1936) ci dice quanto il saponificio fosse in quel periodo fra le migliori risorse lavorative non solo per i locali, ma anche per tutto il circondario.
Purtroppo, nonostante questa premessa, il Saponificio Pinali è stato praticamente dimenticato da tutte le Istituzioni, come ha ben detto Aurelio Russo che nel 2011 ha voluto ricordare l'impresa con un'interessante mostra allestita durante la Sagra Parrocchiale di Cristo Risorto.
Aurelio espresse in un intervista il suo rammarico notando … “che dal 1966, anno della sua chiusura, nessuno ha mai pensato di ricordare la presenza di questa fabbrica nel territorio, intitolando ad essa una via e/o una piazza oppure una semplice targa. Allora mi e vi chiedo: - Cosa insegniamo ai nostri figli se omettiamo di tramandare ai posteri pezzi importanti della nostra storia?”
Di seguito riportiamo la storia sintetica dell'impresa, scritta da Aurelio e pubblicata ad uso dei visitatori durante la Sagra di cui sopra; non senza però ricordare quanto riportato in un articolo dell'Arena del 2013 che annunciava la morte di Livio, uno degli artefici del saponificio oltre che figlio di uno dei fondatori, Angelo: "Il logo del saponificio era rappresentato da una ruota con al centro un pino verde e con all'esterno due ali, da «Pin-Ali»".
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