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IL COGNOME: LA NASCITA, I SIGNIFICATI.
Ormai da alcuni secoli ogni individuo ha un nome proprio ed un cognome; ma non è sempre stato così. Duemila anni fa un cittadino libero portava tre “nomi”, per esempio Caio Giulio Cesare. Caio era iI prenomen e indicava un determinato individuo all'interno della famiglia (in pratica il nostro nome proprio). Giulio era il nomen, che indicava la gens, la stirpe (ovvero un complesso di più famiglie legate fra loro da una comune origine), nello specifico la gens Iulia. Cesare era il cognomen (deriva da cognoscere – conoscere) che indicava la sua specifica famiglia, distinguendola dalle altre famiglie all'interno della gens. Oggi il termine cognome mantiene una certa somiglianza con l'uso antico, in quanto segnala la famiglia di cui fa parte l'individuo.
Nei primi secoli dopo Cristo, l’Impero Romano si sfalda dando spazio a nuove culture (invasioni barbariche); con esse cambia progressivamente l'intero quadro dell'onomastica. Il sistema romano dapprima coesiste con altri sistemi provenienti da tradizioni diverse, ma progressivamente scompare. Contestualmente si diffondono nuovi nomi personali, introdotti dai popoli di origine germanica. Nasce una società in cui esistono moltissimi nomi personali derivati dalle varie popolazioni che ora dominano l’Europa. Ai nomi tradizionali se ne aggiungono molti altri, nati dall’abitudine di “inventarne” sempre di nuovi, sia come metodo per esorcizzare grandi paure - Selvatico, Lupo, Orso, Cane – sia per esprimere stati d'animo e fattori soggettivi - Tuttabella, Malfiglioccio, Rubacastello – sia semplicemente per dare un nome che nessun altro portava. Il risultato è una straordinaria varietà di nomi; e quindi nei piccoli villaggi spersi nelle campagne, ma anche nelle città semi-abbandonate ed ormai ridotte a dimensioni 'paesane', la ricchezza di nomi disponibili rende inutile l'uso di un nome di famiglia. Per identificare un individuo basta scegliere un nome proprio poco usato o addirittura creato ad hoc.
Ma la necessità di distinguere i vari individui, in particolare negli atti notarili, rimane anche se, almeno inizialmente, in modo non così imperante. Ecco quindi i vari modi di riferirsi ad una persona; basta individuarne la paternità, la provenienza, l'ubicazione della casa, eventuali soprannomi, il mestiere o la professione. Accanto al nome proprio troviamo quindi espressioni come filius..., fìlius quondam... (il nostro "fu"), de... (con indicazione della località di origine), de burgo... (con riferimento al quartiere cittadino), qui stat... (seguito dal richiamo a un luogo o a una struttura particolare, per esempio un ponte, un ruscello, un mulino), qui dicitur...(con segnalazione di un soprannome).
Ovviamente con la progressiva crescita delle comunità, sia rurali che cittadine le cose cominciarono a complicarsi. Attorno al Mille le città si ripopolano e l’abitudine di utilizzare nomi personali “strani” comincia a decadere. Tutto ciò favorisce l'affermarsi dei cognomi che solo in età rinascimentale divengono norma.
Quindi piano piano, nel corso di circa tre quattrocento anni, nascono i cognomi nella forma che conosciamo. Ma come si formano?
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