Durante l’inserimento nel data base dei nati, si rileva spesso una situazione molto dolorosa, anche in tempi in cui la morte infantile era una “normalità”.
“Battezzato in casa dalla ostetrica per pericolo di morte…”,
è la frase che, in varie forme, la descrive. Il neonato è in difficoltà e l’ostetrica, qualche volta il medico o addirittura il papà, si preoccupano di battezzarlo.
Sulle prime 2.700 registrazioni fatte, si trova per ben 219 volte (circa 8 bimbi su 100) con questa distribuzione fra maschi e femmine:
Battezzati in casa per imminente pericolo di morte. | 219 |
di cui maschi | 140 |
di cui femmine | 79 |
se poi il bimbo sopravvive, si va in Chiesa per battezzarlo con tutte le cerimonie previste; in questo caso la frase completa è del tipo:
“Battezzato in casa dalla ostetrica per pericolo di morte..,
cui supplì le cerimonie Don Bernardo Buttura”.
Purtroppo, circa 2 volte su 3, molti di questi bimbi a rischio muoiono. Ed allora il Parroco scrive:
“battezzata dall'ostetrica e subito morta”.
Nati e subito morti | 136 |
di cui maschi | 97 |
di cui femmine | 39 |
Quindi, verso la metà del XIX secolo, circa 5 bimbi su cento muoiono subito dopo il parto, e la maggioranza sembra essere di maschi. Scrivo “sembra” in quanto, specialmente negli anni ’30, si notano moltissime registrazioni del tipo N.N. e non sempre è chiaro se sono maschi o meno; a volte sono incolonnati fra i maschi, ma poi se ne parla come femmine. Il criterio usato è: se il neonato si trova nella colonna dei maschi è considerato come tale.
Per quanto riguarda i nomi, solo 1 su 2 riceve un nome. Spesso questo riflette la profonda fede che permea i nostri nonni: Celestino/a e Fortunato/a o Felice-Fortunato. E cosa sennò, non volano subito in Paradiso?; come dice la seguente annotazione:
“Battezzato in casa per pericolo di morte e subito volato al cielo”.
Come si diceva sopra, però, l’altra metà viene battezzata senza ricevere un nome: ed ecco nelle registrazioni “N.N.”, “N. bambino”, ”Innominato”…

Ma i bimbi purtroppo morivano anche nei primi mesi o anni della loro vita. Fare una statistica di questo tipo è laborioso e non è nei nostri obiettivi; ma la certezza che questo evento fosse, duecento anni fa, “normale” la si ha ricostruendo gli alberi genealogici delle famiglie. Allora si trova un Angelo, seguito due anni dopo da un Angelo ed un Cristoforo e poi un Cristoforo e poi un altro Cristoforo ancora.
I bimbi nascevano ogni due anni e una coppia di sposi, se la madre non moriva di parto giovane, poteva mettere al mondo 10-12 figli, ma un numero elevato di essi non diventava mai adulto!