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Spesso, durante le vacanze, gruppi di studenti raggiungono Bussolengo per far visita al sacerdote e, nell’anno 1953, addirittura un centinaio di allievi fra i più meritevoli per profitto e condotta sono ospitati a casa della famiglia Perotto, dove mamma Caterina si supera per bravura nonostante l’avanzata età.

Anche sul notiziario dell’Istituto appare un articolo, che ricorda con queste parole la figura esemplare della mamma di don Santo Perotto: ...“donna di elette virtù e di grande bontà d’animo, dedicò la sua centenaria esistenza ad opere di bene... amava il nostro Istituto attraverso l’opera instancabile ed appassionata del Suo diletto figliolo”...
La scuola è ubicata a Pescara in via Pizzoferrato, a poche decine di metri dalla stazione centrale, in una posizione strategica e affollata. Don Santo è talmente conosciuto da essere salutato e fermato da tutti; i ragazzini gli corrono incontro chiamandolo per nome, la sua notorietà è forse più marcata in Abruzzo che non nel suo stesso paese di origine.
Gli anni corrono e il suo rientro definitivo a Bussolengo avviene nell’anno 1960.
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Ancora per qualche tempo, l’anziano Monsignore mantiene inalterati i suoi numerosi impegni e il suo instancabile prodigarsi a sostegno delle persone povere e bisognose. Poi i primi segnali della malattia ed un improvviso regresso delle attività. Lentamente anche la sua vivacità d’animo si placa, la sua esuberanza nel fare rallenta e, nel silenzio, il suo atteggiamento si raccoglie spesso nella meditazione.
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Poi, nell’ultimo periodo di vita, la sopportazione serena della malattia e le sue preghiere al Sacro Cuore di Gesù fino alla morte, avvenuta il 24 giugno 1969.
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