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Ottobre 2022

Un documento che cita uno dei tanti incendi generati in Bussolengo dagli Alemanni.

Agosto 2021
È stato l’uomo del sorriso e della partecipazione, volentieri aiutava chiunque volesse fare ricerche.
In ricordo del prof. Elio Bonizzato, nel decimo anniversario della morte 2011-2021.
Marzo 2021
Una grande storia quella della Filanda dei Danese.
Aurelio ce la racconta.
Febbraio 2021
Molti sono stati i Bussolenghesi emigrati negli States, in particolare in Pennsylvania a fare i minatori.
E sempre difficili sono state le loro vite, ma quella di Ferdinando è sicuramente tragica.
22 Giu 2017
Durante la recente Festa di San Valentino il Gruppo Noi ha organizzato una bellissima mostra sulla
Scuola a Bussolengo. Leggi la Storia della Scuola nel nostro paese e la vita di un suo protagonista.
31 Maggio 2017
Per ricordare l'indimenticabile arciprete mons. Angelo Bacilieri riportiamo
l'iscrizione funebre che appare sulla registrazione della sua morte.
Collegati al sito della nostra Parrocchia.

Indice articoli

Le confraternite di Bussolengo, sia quelle sorte prima del Concilio di Trento sia quelle venute dopo, nascendo e sviluppandosi nel periodo descritto, al pari delle altre, risentiranno dell'intromissione della Chiesa, anche se tutto sommato si può parlare di una ingerenza discreta che nulla toglie al loro operare.
Anzi, a questa intrusione va riconosciuto il merito di aver saputo correggere errori, "perniciosi abusi", insolvenze e deviazioni che inevitabilmente saltavano fuori durante il loro operare.
Un'ingerenza alle quali le confraternite di Bussolengo dovevano far fronte insieme alle intromissioni della Serenissima ed al peso negativo derivante dall'attività di Reggenti "avidi" (secondo ineccepibili testimonianze).
 
L'ingerenza di Venezia si presenta verso la metà del Seicento con i primi "Ordini" emanati per dare assetto alle direttive e combattere abusi, errori, disordini.

"... con l'autorità che ampla havemo dall'Eccellentissimo Senato concedemo l'ammissione dei medesimi espressamente comandato che siano puntualmente et inviolabilmente eseguiti in pena di nullità di tutto ciò che contro la forma de' medesimi fosse fatto, et d'altre corporali e pecunarie ad arbitrio nostro et Illustrissimi Successori nostri, contro inobedienti, trasformatotri e trasgressori d'essi Capitoli e Regole.".".

Un enunciato che la dice lunga sulla caratteristica politica della Serenissima, tanto laicista quanto rispettosa sia della religione che dell'autorità religiosa, ma orgogliosa nello svolgere un'azione di collaborazione con le istituzioni ecclesiastiche come se fosse un suo dovere oltre che diritto. Inoltre è da considerare che i pretesti che venivano sollevati dal governo veneziano non solo consentivano il controllo delle attività e di impedire la conseguente nascita di poteri forti distinti dallo Stato, ma giustificavano l'intromissione e l'interesse della Repubblica veneziana. Un'azione politica questa di difficile definizione: quantificando, quanto serviva al bene delle confraternite e quanto ad altri fini?
Altro punto degno di valutazione è la sintonia (potere politico e potere religioso) determinata dal fatto che a reggere la cattedra di Verona erano vescovi veneziani i quali, utilizzando una forma di collateralismo, si impegnavano a limitare la "libera religiosità" dei sudditi smorzando lo slancio delle confraternite sia in campo creativo che spirituale.
In questo clima d'incertezza, le confraternite erano succubi di Reggenti che, considerato il loro modo di gestire queste organizzazioni, si rivelavano negativi in quanto, operando in funzione del proprio interesse (compravano beni dalle compagnie e vendevano i propri alle medesime, con largo profitto oppure agivano con il preciso scopo di mantenere a lungo la carica), giungevano al punto di gestire le confraternite come fossero patrimonio del proprio casato.
Il riscontro di tali affermazioni è nei registri della chiesa della Disciplina e negli statuti delle confraternite: documenti (oggi custoditi presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore) che palesemente illustrano la situazione nociva in cui tutte le confraternite venivano obbligate a seguire un percorso non solo avverso alle conclusioni suggerite dai vescovi e dal Concilio, ma anche a vedere (nelle correzioni che venivano emesse) soltanto difetti.
 
 
LE CONFRATERNITE NELLA STORIA DI BUSSOLENGO.
 
I Disciplini.
La prima e più antica testimonianza della presenza di una aggregazione religiosa a Bussolengo porta il nome di Confraternita dei Disciplini (1300 – 1806).
Chi, oggi, si trova a passare per il cortile dell'anagrafe del Comune di Bussolengo, può ancora notare quanto rimane della loro sede, ovvero della chiesa di Santa Maria della Disciplina.
I Disciplini (per alcuni, Disciplinati), facevano parte di un movimento religioso partito da Perugia e diffusosi, grazie all'impulso del beato Raniero FASANI, nel centro e nel settentrione della Penisola intorno al 1260. Il movimento, composto da laici, trovava nella mortificazione del corpo la propria santità ponendosi ad esempio per gli altri.
La loro struttura gerarchica consisteva in un Priore, un Sottopriore, un Segretario, un Esattore, due Infermieri e un Sagrestano, cariche che venivano conferite con cadenza annuale. La divisa consisteva in un saio di grezza tela nera con cappuccio e bavero, cinto da un cordone francescano cui erano appesi cinque catenelle. Con questa divisa, il Giovedì Santo, i Disciplini visitavano in processione, flagellandosi pregando e meditando sulla Passione di Gesù, le chiese di Bussolengo (circa 15) prima di raggiungere la loro chiesa.
Le poche "Regole" che avevano, seguite scrupolosamente, puntavano essenzialmente a portare aiuto agli ammalati, ai poveri, ad accompagnare alla sepoltura i confratelli e a pregare per essi con Uffici e Messe.
Riconosciuti canonicamente (1391) dal Vescovo di Verona, Mons. Giacomo De ROSSI, i Disciplini ottenevano il compito di prendersi cura delle chiese e di costruire dei locali da destinare ad uso ospedaliero. Ospedale che più tardi, grazie ad una donazione di un certo Gerolamo, veniva ampliato tanto da consentire di separare i degenti maschi dalle donne.
Nel tempo la confraternita, sempre più ricca e potente, veniva a creare una certa preoccupazione nelle autorità ecclesiastiche tanto da essere non solo tenuta sotto stretta "sorveglianza", ma, allo scopo di limitarne il potere, era vezzeggiata dall'integrazione di nuove regole nel loro statuto e dall'imposizione, su di loro, dell'autorità del parroco e il controllo del Vescovo.
Con l'avvento di Napoleone Bonaparte, i Disciplini nel 1806 sono costretti a sciogliersi.
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MinieraPennsylvania2
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